La discesa su Londra verso una nuova partenza

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Kettering, 11 novembre 2015

Un giorno di ottobre del 2007 atterrai a Gatwick su un volo EasyJet con la mia amica Natalia. Avevamo parte delle nostre vite di allora compresse in 23 kg di bagaglio da stiva, 15 di bagaglio a mano e un biglietto sola andata per la stazione di Victoria a Londra. Stessa storia che accomuna migliaia di altri ragazzi europei, nulla di così esotico. Dopo quattro mesi trovai lavoro ma la posizione che mi offrirono era a Roma, e io decisi di tornare in Italia. Dopo un anno e tre mesi la stessa azienda mi propose un trasferimento nella capitale britannica. Era il 2009 e Londra diventò la mia seconda casa. Continue reading

Vivere soli a Londra

Dopo un po’ di anni passati a Londra, è tempo che io cominci a dare buoni consigli alle centinaia di giovani e meno giovani che in questo momento stanno pianificando la loro vita nella capitale britannica.

Il primo consiglio che mi sento di dare è: lasciate stare quelle pseudo agenzie che vi promettono un lavoro e una casa nel momento stesso in cui mettete piede a Heathrow (o a Stansted, se volate con Ryan-get-the-fuck-on-the-plain-Air). In realtà butterete solo i vostri soldi, che magari potete usare per una settimana in più in ostello o per una preziosa settimana d’affitto (o in altrettanto preziose birre il venerdì sera). L’iter della maggior parte delle persone che si trasferiscono in Inghilterra è lo stesso: le prime settimane in ostello, ricerca del lavoro, ricerca di un alloggio – tutte cose che potete fare da soli senza bisogno di pagare €200 perché qualcuno lo faccia per voi. Continue reading

Questione di spelling e temporali estivi. La mia sesta settimana.

Ho saltato 3 settimane, lo so. Problemi vari, dovuti a varie trasferte a Parigi e alla connessione Internet che ancora manca nella nuova casa.
Sì: ho una nuova casa. Non è quella a portobello road della quale parlavo nell’ultimo articolo scritto, ma al mercato ci posso comunque arrivare in 5 minuti a piedi.

Internet, ovvero: lo spelling! Dopo aver lottato per una serata intera con l’operatrice della Virgin Media (ovviamente avevo aspettato che l’ufficio si svuotasse prima di chiamare), alla fine sono riuscito a farle capire l’ortografia corretta del mio cognome e per il 20 settembre dovrei avere la connessione internet.
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Londra: l’importante è correre. La mia terza settimana.

La terza settimana volge al termine. Non c’è molto da dire, ho già scritto abbastanza.
Oggi vorrei solo affrontare un altro tema velocemente: gli sport all’aria aperta. Ho già scritto di quanto rimpiango di non essere mai andato allo stadio e di non sapere che forma abbia un pallone. Ora rimpiango anche di non essere mai andato a correre o in bicicletta. Quando ti ritrovi a vivere nel paese dei salutisti e degli sportivi queste cose cominciano ad avere il loro peso.
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