La terza settimana volge al termine. Non c’è molto da dire, ho già scritto abbastanza.
Oggi vorrei solo affrontare un altro tema velocemente: gli sport all’aria aperta. Ho già scritto di quanto rimpiango di non essere mai andato allo stadio e di non sapere che forma abbia un pallone. Ora rimpiango anche di non essere mai andato a correre o in bicicletta. Quando ti ritrovi a vivere nel paese dei salutisti e degli sportivi queste cose cominciano ad avere il loro peso.

Il secondo giorno di lavoro arrivo in ufficio. Pochi minuti dopo arriva un collega (diciamo solo un collega molto “grande”…) in tentuta da corsa: scarpe da ginnastica, pantaloncini e t-shirt con tanto di macchie di sudore ovunque. In tutta tranquillità si avvicina ad un’appendiabiti che non avevo notato, prende un vestito che probabilmente era stato messo lì tatticamente la sera prima e si va a fare la doccia (dimenticavo: gli uffici EF di Londra sono dotati di fantastiche docce). Dieci minuti dopo torna, vestito di tutto punto e pronto per iniziare. Se fosse stato a Roma probabilmente i colleghi lo avrebbero schernito legandolo ad un palo sul piazzale dell’ufficio, messo lì a monito per tutti gli altri, tipo Mussolini in piazzale Loreto.

La mattina il traffico londinese è causato dal gran numero di biciclette che girano, ma la cosa più bella, più esilarante e sorprendente l’ho vista stamane: un papà che correva spingendo una carrozzina con dentro due bimbi, che ridevano e si divertivano. Fantastico! Adoro questa città, se riuscissi a prenderne solo le cose belle e fonderle con la mia italianità diventerei l’uomo perfetto.

Il cerchio delle case si stinge. Oggi probabilmente mi daranno una risposta. E se tutto va bene potrete dire di avere un amico / fratello / figlio / cugino / collega che vive a Portobello road!