Mi sveglio due ore prima del solito, dover aver dormito ad intermittenza e aver sognato insetti giganti che uscivano da sotto il letto.
Il periodo di insonnia e’ arrivato.
La pioggia leggera ticchettante sulla finestra mi dice che forse non andrò al lavoro a piedi come avevo programmato. Ma in fondo siamo a Londra, mi dico. È solo una pioggerella fina. E, convinto di aver compreso i misteri della logica imprevedibile del tempo inglese, mi incammino verso il parco, auricolari nelle orecchie e De Andre’ che mi narra le sue storie.
La pioggerella fine non è rimasta tale. Piacevole se devi scendere al volo per prendere il latte. Un po’ meno se devi camminare per 40 minuti.
Risultato? Ho freddo, i miei vestiti sono bagnati, i piedi umidi.
Ci si rimette sempre ad essere impavidi. In fondo William Wallace ce lo aveva insegnato.
Fortuna che strada facendo Emanuela e Anna Laura mi hanno chiamato 🙂